“L’asse della presente opera consiste nel mistero della Croce, più precisamente la Croce gloriosa così come la concepisce s. Giovanni. È essa che collegherà le due realtà implicate nella questione del fondamento ultimo della morale cristiana, Dio e l’uomo, e che le collegherà sia a livello della vita intra-trinitaria, sia a quello delle basi stesse della creazione. La Croce sarà il grande vettore verticale, o meglio la «scala» per la quale Dio discende verso l’uomo e l’uomo risale verso Dio circondato dalle braccia e dalle mani trafitte del Figlio. O anche: espressione per eccellenza dell’amore del Padre per gli uomini attraverso l’obbedienza indefettibile del Figlio, la Croce è ciò che introduce nel prima eterno dei Tre dove è rivelato il disegno di rendere l’uomo, la più umile delle creature spirituali ferita dal peccato, partecipe del loro mistero (cf. Ef 1,1ss). «Innalzamento» del Figlio (cf. Gv 12,32) che non solo attira lo sguardo dell’uomo come ogni gesto di amore vero lascia stupefatto colui che ne è testimone, ma che anche dimostra all’uomo il posto che occupa nei Rapporti eterni dei Tre, posto che, a sua volta, rapisce l’uomo d’amore per i Tre che l’hanno rivestito di una tale dignità.” .

Dalla “Premessa” di L’«Innalzamento del Figlio, fulcro della vita morale», Pontificia Università Lateranense / Mursia, Roma  2001, p. 7.