Una lettura del quadro

"La Luce che viene dal di fuori del quadro, dunque dall’Eterno, appunto dal «Padre della luce» (Gc 1,17), illumina il volto di Matteo, passando attraverso la Mano del Figlio che chiama. Questo Matteo, uomo ben concreto e per di più seduto al tavolo dei peccatori, non è annientato, atterrato da questa Luce venuta dal divinum. L’affronta, la sopporta, anzi si potrebbe quasi dire che la riconosce...”

R. Tremblay, Cristo e la morale, in alcuni documenti del Magistero, Roma 1996, p. 29-30.