Sant’Ireneo di Lione scrive in qualche parte della sua opera:

La gloria di Dio è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo è la vision di Dio: poiché, se già la rivelazione di Dio tramite la creazione dà la vita a tutti gli esseri che vivono sulla terra, quanto più la manifestazione del Padre tramite il Verbo dà la vita a coloro che vedono Dio! (Adversus haereses, IV, 20,7).

Il nostro autore formula qui una sorta di legge generale che abbraccia tutta la storia, dalle sue origini fino alla sua consumazione, — legge che potrà applicarsi in modo ogni volta diverso secondo le varie tappe dell’«economia», ma nondimeno si verificherà in ognuna di esse. Non si potrebbe forse dire che tutta la storia della salvezza non è, secondo Ireneo, che una «manifestazione» (manifestatio/φανέρωσις) progressiva del Padre all’uomo tramite il suo Verbo, manifestazione alla quale corrisponde un ingresso progressivo dell’uomo nella «visione» (visio/ὅρασις) di Dio ?

Per poter rispondere a questa domanda, bisognerà rispondere a un’altra che vi sottostà : come Ireneo concepisce questa «manifestazione» e questa «visione» di Dio? È a questo compito che si dedica questa opera.

 

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